Ausili e protesi: come ottenere la prescrizione

Ausili e protesi: come ottenere la prescrizione

Gli ausili e le protesi sono spesso supporti fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità o limitazioni funzionali, garantendo loro il necessario sostegno per affrontare le sfide quotidiane con maggiore autonomia e sicurezza.

La Regione Lombardia offre ai cittadini affetti da particolari patologie o disabilità aiuti sotto forma di forniture di vario genere. Mette a disposizione ausili protesici personalizzati, come protesi di diverso tipo (d’arto, oculari, apparecchi acustici, busti ortopedici, sistemi di postura, carrozzine, calzature ortopediche, ausili per la comunicazione). Inoltre, vengono forniti in comodato d’uso ausili per il domicilio, come letti e materassi ortopedici, sollevatori, carrozzine, rialzi e sedie per WC.

Per ottenere gli ausili protesici personalizzati, l’assistito deve essere riconosciuto invalido civile o avere inoltrato la domanda per il riconoscimento dell’invalidità stessa ed essere in possesso di un’impegnativa rilasciata dal Medico di Medicina Generale (MMG) o dal Pediatra di Libera Scelta (PLS) per una visita fisiatrica o geriatrica, da effettuare con un medico specialistica prescrittore presso un ospedale pubblico o convenzionato.

Il medico specialista esegue una prescrizione di ausilio o protesi su apposito portale di Regione Lombardia; con quest’ultima il cittadino può rivolgersi a un fornitore autorizzato della propria ATS e ricevere gli ausili e le protesi necessarie.

Alcuni ausili semplici possono essere prescritti da Medico di Medicina Generale, quali: letto, materasso antidecubito, sollevatore, comoda, carrozzina standard, deambulatori.

Grazie a una rete integrata di servizi, Paxme può essere per i propri assistiti un valido alleato in questo processo, dando concreto supporto nella gestione delle pratiche.

Una volta ricevute le protesi, i professionisti di Paxme contribuiscono alla formazione dei caregiver e degli assistiti all’utilizzo corretto dei dispositivi.

I segnali della depressione

I segnali della depressione

La depressione è un disturbo dell’umore che può diventare cronico e rappresenta una patologia da non sottovalutare poiché, se non trattata correttamente e per tempo, può portare a gravi conseguenze.

In particolare, ci sono campanelli d’allarme che generalmente compaiono negli anziani: lamentano sintomi fisici, somatizzazioni dello stato psichico o peggioramenti di malattie fisiche già note, difficoltà cognitive, ansia, tendenza a isolarsi, stanchezza e insonnia. Nei casi più estremi possono manifestarsi pensieri di morte e suicidio.

La depressione non ha una causa specifica, poiché varia da soggetto a soggetto. In generale, fattori pregressi, eventi stressanti e malattie croniche potrebbero essere cause scatenanti.

Per diagnosticare la depressione, è fondamentale sottoporsi a una visita medica completa durante la quale il medico esamina la storia clinica del paziente e valuta i sintomi presenti. Successivamente, si effettua una valutazione psicologica approfondita tramite questionari e interviste strutturate per determinare la gravità e l’impatto dei sintomi sulla vita quotidiana del paziente. Il consulto con uno psichiatra o uno psicologo clinico è essenziale per confermare la diagnosi e pianificare il trattamento più appropriato.

Una volta diagnosticata, la depressione può essere trattata sia attraverso una terapia farmacologica sia attraverso la psicoterapia, utile per sviluppare strategie idonee ad affrontare i pensieri negativi e i comportamenti associati alla depressione. In alcuni casi più lievi, intervenire sullo stile di vita, svolgendo, ad esempio, attività fisica regolare, adottando una dieta equilibrata e mantenendo una buona igiene del sonno, può essere un approccio preliminare alla cura della depressione.

Nella pratica quotidiana di assistenza domiciliare, i professionisti di Paxme possono essere un supporto prezioso per identificare tempestivamente i segnali di allarme e facilitare interventi mirati. Grazie alla loro capacità di connettere pazienti, familiari e professionisti della salute, Paxme promuove una gestione integrata della depressione, migliorando la qualità della vita e riducendo il rischio di complicazioni gravi.

La gestione del sondino naso-gastrico

La gestione del sondino naso-gastrico

Il sondino naso-gastrico viene introdotto dal naso e raggiunge lo stomaco. Può servire per l’alimentazione, l’idratazione, la somministrazione di sostanze nutritive e farmaci. Si tratta di un piccolo tubicino realizzato in poliuretano, PVC o silicone di differenti diametri.

La procedura di posizionamento richiede molta abilità da parte dell’operatore ed è generalmente svolta da un infermiere qualificato. Il paziente viene posizionato in modo semi-seduto, con la testa sostenuta da alcuni cuscini. Le narici vengono esaminate per determinare il miglior modo di inserire il sondino.

L’introduzione avviene dal naso, passando per la faringe e l’esofago, fino a raggiungere lo stomaco. Durante questa fase, l’operatore procede con delicatezza, prestando attenzione ai segnali del paziente, come la tosse o cambiamenti nell’aspetto. Se il paziente è cosciente, viene invitato a deglutire per facilitare il passaggio del sondino. Al termine dell’inserimento, si controlla la posizione del sondino con test specifici e, se corretta, si fissa esternamente con del nastro adesivo.

Grazie alla loro formazione continua e all’esperienza maturata sul campo, gli infermieri di Paxme sono in grado di eseguire questa delicata procedura direttamente al domicilio dei pazienti, garantendo un’assistenza sicura e professionale e riducendo al minimo i rischi correlati.

Gli infermieri di Paxme svolgono inoltre educazione all’assistito e/o caregiver su come gestire quotidianamente il sondino: lavaggio e pulizia, somministrazione dei farmaci, somministrazione della nutrizione e idratazione.

La qualità del servizio Paxme

La qualità del servizio Paxme

I servizi di Paxme rappresentano un’importante risorsa per migliorare sia la salute fisica che mentale dei pazienti, consentendo loro di ricevere cure di alta qualità direttamente nel comfort del proprio ambiente domestico. Questo approccio non solo favorisce il recupero fisico, ma anche il benessere psicologico, permettendo ai pazienti di mantenere una routine familiare e di ricevere cure personalizzate e dedicate.

Il team di Paxme è selezionato con estremo rigore per garantire prestazioni medico-infermieristiche e assistenziali eccellenti. Ogni membro del team è scelto non solo per le competenze professionali, ma anche per l’empatia e la dedizione verso il paziente. La formazione continua è una priorità, assicura che i professionisti Paxme siano aggiornati sulle migliori pratiche cliniche e siano proficienti nell’uso delle più moderne tecnologie e metodologie di cura domiciliare.

Attraverso un approccio olistico, Paxme si impegna a trovare soluzioni personalizzate per ogni paziente. I nostri medici specialistici non solo curano le condizioni mediche, ma si dedicano anche a comprendere appieno le esigenze individuali, creando un ambiente sicuro e confortevole. Questo approccio non solo facilita il trattamento delle patologie, ma promuove anche il benessere generale del paziente durante il percorso di guarigione.

Paxme adotta prodotti e soluzioni avanzati, seguendo metodi di cura scientificamente validati, per garantire risultati efficaci e sicuri. La nostra costante ricerca di innovazione nel campo della cura domiciliare ci consente di offrire ai pazienti le migliori opzioni disponibili, contribuendo così al miglioramento della loro qualità della vita.

Scegliendo Paxme, potrai contare su un supporto domiciliare dedicato e competente, mirato a soddisfare le tue necessità specifiche con la massima attenzione e cura.

Paxme Tips: Come allestire il domicilio per accogliere un paziente che rientra dall’ospedale

Paxme Tips: Come allestire il domicilio per accogliere un paziente che rientra dall'ospedale

Esistono innumerevoli accortezze per far sì che la persona anziana, dimessa dopo un ricovero ospedaliero, possa essere al sicuro e spostarsi in autonomia all’interno del suo domicilio.

Al rientro dall’ospedale, è fondamentale assicurare un ambiente domestico sicuro e adeguato alle nuove esigenze del paziente. Questo include la valutazione dei rischi domestici e l’adattamento dell’abitazione, come l’installazione di ausili e la rimozione di potenziali ostacoli.

Dal punto di vista pratico, è fondamentale rispettare alcune semplici accortezze: avere gli oggetti che possono servire quotidianamente a portata di mano, facilmente raggiungibili anche per chi è in sedia a rotelle; disporre di un grande spazio con mobili che facilitino il percorso, proteggendo gli spigoli all’interno dell’abitazione; avere interruttori della luce ben visibili e raggiungibili.

L’importanza della sicurezza riguarda anche il bagno, dove avere una doccia al posto della vasca per facilitare l’ingresso della persona anche in autonomia e al suo interno uno sgabello e un maniglione dove potersi appoggiare e non perdere l’equilibrio può rivelarsi fondamentale.

È poi molto utile avere un rialzo sull’asse del wc per evitare di chinarsi troppo per sedersi e alzarsi.

In camera da letto si suggerisce l’utilizzo di un letto sanitario con possibilità di regolare altezza e inclinazione, l’utilizzo di sponde laterali per le possibilità di caduta. Evitare tappeti e scendiletto che possono essere di intralcio è un altro suggerimento utile.

È importante, infine, stabilire un piano di assistenza che preveda il supporto di professionisti sanitari, per i controlli e le terapie necessari. Una serie di accortezze che migliorano la qualità della vita dell’anziano, favorendo una transizione serena dall’ospedale all’ambiente domestico, riducendo i rischi di incidenti.

Con i professionisti di Paxme, la casa rimane non solo il luogo di cura, di sicurezza e di tranquillità migliore, ma anche un ambiente adattato alle nuove esigenze del paziente anziano, garantendo una transizione serena dall’ospedale al domicilio.

Le complicanze della demenza

Le complicanze della demenza

La demenza senile è una condizione neurodegenerativa che porta a una riduzione graduale e irreversibile delle capacità cognitive. Ne consegue una perdita di autonomia nelle attività della vita quotidiana con progressiva disabilità e non autosufficienza nella persona che ne soffre, ma ha anche un impatto significativo sui familiari e caregiver.

Il graduale deterioramento cognitivo presente dall’esordio comporta difficoltà nell’attenzione, nella memoria e nel linguaggio.

In aggiunta al deterioramento cognitivo, molti pazienti sviluppano cambiamenti comportamentali notevoli diventando ansiosi, facilmente irritabili e, talvolta, persino aggressivi.

La comunicazione con la persona con demenza diventa una grande sfida che non tutti sanno come affrontare al meglio delle loro capacità. I pazienti non sono più in grado di esprimersi come un tempo e di conseguenza anche i familiari possono sperimentare una condizione di frustrazione nel non riuscire a comprendere il proprio caro.

I problemi motori, inoltre, sono spesso una grande complicanza fisica della demenza senile.

I pazienti possono risentire di tremori, difficoltà nella deambulazione e perdita generale del controllo muscolare, aumentando notevolmente il rischio di cadute accidentali.

Le persone con demenza nel tempo possono avere difficoltà ad alimentarsi per perdita di riflessi fisiologici, calo dell’appetito e problemi fisici come la disfagia (difficoltà a deglutire), e cambiamenti emotivi costanti come l’apatia o l’agitazione costante. Anche la coordinazione motoria e la percezione visiva subiscono un calo nel tempo rendendo molto complesso l’uso di utensili e il riconoscimento del cibo. Inoltre, la perdita di appetito e i cambiamenti di gusto possono ridurre l’interesse per il cibo.

Per concludere, questa malattia presenta varie sfide fisiche, sociali, economiche ed emotive assai difficili da superare senza il corretto supporto. È importante affidarsi a professionisti che sappiano insegnare ed aiutare a gestire questa molteplicità di aspetti, garantendo una qualità di vita dignitosa per i pazienti e i loro caregiver.

Paxme offre supporto specializzato per affrontare le sfide complesse della demenza senile, aiutando pazienti e caregiver a gestire in modo efficace il deterioramento cognitivo, i cambiamenti comportamentali e le difficoltà motorie associati a questa malattia neurodegenerativa.

Dimissioni Ospedaliere Protette: procedura per la presa in carico da parte di Paxme

Dimissioni Ospedaliere Protette: procedura per la presa in carico da parte di Paxme

Il processo delle dimissioni ospedaliere protette è un momento delicato che richiede una serie di passaggi ben definiti per garantire una transizione sicura ed efficace dal contesto ospedaliero a quello domiciliare.

Le dimissioni protette si avviano a partire da una richiesta che il reparto ospedaliero rivolge all’ufficio di dimissioni protette dell’ospedale e seguono un iter specifico a seconda dell’area geografica di riferimento.


L’ospedale comunica al distretto di appartenenza del paziente la necessità di attivare le dimissioni ospedaliere protette. Il distretto richiede al paziente di scegliere l’ente gestore (Paxme è tra le possibilità di scelta a disposizione del paziente). Il distretto si rivolge all’ente gestore per richiedere la disponibilità per la presa in carico.


Una volta che la scelta del paziente viene accolta dall’ente gestore, il distretto inserisce la richiesta e i dati del paziente all’interno del Sistema di Gestione Digitale del Territorio (SGDT), può così iniziare il processo di presa in carico.


A seguito dell’iter di attivazione, Paxme si occupa di concordare direttamente con il paziente la data della prima visita e di inviare i suoi professionisti per la presa in carico effettiva.

Paxme tips: accorgimenti domestici per facilitare l’assistenza del paziente con demenza

Paxme tips: accorgimenti domestici per facilitare l’assistenza del paziente con demenza

Non esiste attualmente una cura per la demenza e gestire un paziente affetto da questa patologia rappresenta una sfida significativa per i familiari e caregiver. Tuttavia, sono disponibili strategie specifiche che possono essere implementate sin dalle prime fasi della malattia.

 

Generalmente, il paziente con demenza sperimenta un declino cognitivo progressivo ed è quindi consigliabile prepararsi in anticipo per fornire il miglior supporto possibile. La demenza riduce drasticamente l’autonomia del paziente, spesso costringendolo a rimanere in casa. Di conseguenza, è fondamentale rendere l’ambiente domestico sicuro e accogliente. Alcuni consigli pratici: evitare ostacoli come i tappeti e rimuovere mobili che intralciano il passaggio, evitare ambienti troppo luminosi e rumorosi, impostare la giornata con orari precisi e ripetuti.

 

Dal punto di vista relazionale, instaurare una comunicazione efficace con il paziente è un aspetto fondamentale e cruciale. È importante utilizzare un linguaggio semplice per evitare confusione e integrare gestualità per facilitare la comprensione. Consigliabile fare domande la cui risposta è breve oppure un si/no.

Inoltre, i familiari che si prendono cura della persona con demenza devono concedersi momenti di riposo e svago, riconoscendo l’importanza del prendersi cura di sé stessi per poter continuare a essere un sostegno stabile e affettuoso per il proprio caro.

 

Nel complesso, l’assistenza ai pazienti affetti da demenza è essenziale non solo per garantire una qualità di vita dignitosa al malato, ma anche come sostegno per i familiari, che affrontano con coraggio e dedizione una prova che mette alla prova la forza del cuore e la compassione umana.

 

Con oltre 20 anni di esperienza, Paxme si distingue per la sua affidabilità e competenza nel campo dell’assistenza alla persona con demenza attraverso un approccio olistico dell’equipe che è incentrato sulle esigenze individuali del paziente, creando piani di cura personalizzati per garantire il massimo benessere.

La demenza senile: le dimenticanze come segnale d’allarme

La demenza senile: le dimenticanze come segnale d'allarme

L’invecchiamento è un processo che spesso comporta l’insorgenza di dimenticanze, le quali, con il tempo, possono diventare segnali preoccupanti sia per l’individuo che per i suoi familiari. Le smemoratezze possono rappresentare un campanello d’allarme per l’insorgenza di malattie neurodegenerative progressive, quali le demenze.

 

 

Si può parlare di piccole dimenticanze età correlate, quindi da non imputare a una malattia neurodegenerativa, quando la persona ad esempio non ricorda un nome proprio oppure dove ha riposto un oggetto. Gli anziani tendono a ricordare più facilmente il loro passato legato a emozioni positive, mentre il presente risulta loro difficile da memorizzare.

 

 

Vanno considerati veri e propri campanelli d’allarme episodi di perdita dell’orientamento al di fuori di casa, incapacità ad eseguire piccoli compiti domestici oppure non ricordare nomi di oggetti comuni. Altri elementi importanti sono la perdita di autonomia personale, cambiamento del carattere con facile irritabilità oppure depressione.

 

 

Adottare uno stile di vita sano, fare attività fisica regolare, seguire un’alimentazione equilibrata e mantenere una vita sociale attiva, coinvolgendo la mente in attività cognitive come le parole crociate o i giochi di società, può contribuire a mantenere allenata la mente e ritardare l’insorgenza di vuoti di memoria.

Lo staff specializzato di Paxme, in caso di deficit di memoria, è qualificato a potere valutare il quadro somministrando il MMSE (Mini Mental State Examination): un breve test di screening che permette di valutare il reale stato cognitivo.

 

 

In caso di campanelli d’allarme o test patologico, vengono dati consigli pratici e prescritta una valutazione medica specialistica neurologica o geriatrica.

 

 

In definitiva, una diagnosi di demenza rappresenta una sfida non solo medica e sociale, ma anche un richiamo all’importanza della ricerca, della consapevolezza e dell’empatia nell’affrontare una malattia che continua a ridefinire la nostra comprensione della mente umana e della resilienza delle famiglie. In un contesto in cui la demenza senile sono sempre più presenti, Paxme si impegna a offrire supporto concreto e professionale, accompagnando i pazienti e le loro famiglie lungo tutto il percorso della malattia. Con Paxme, la casa rimane il luogo di cura, di sicurezza e di tranquillità.

Paxme e C-Dom: nel cuore dell’assistenza domiciliare

Dipendente Paxme che aiuta una persona anziana disabile

Paxme e C-Dom: nel cuore dell’assistenza domiciliare

L’assistenza domiciliare integrata (ADI), oggi conosciuta come C-Dom, rappresenta un servizio sanitario che garantisce assistenza sanitaria a persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità.

Le cure domiciliari (C-Dom) offrono percorsi assistenziali a domicilio, assicurando la continuità della prestazione all’assistito evitandone, per quando possibile, l’ospedalizzazione.

 

 

Paxme, grazie al suo team di infermieri, fisioterapisti, OSS, psicologi e medici specializzati, rappresenta un punto nevralgico nell’ampia rete delle cure domiciliari, operando con trasparenza, professionalità e rispetto.

 

Nello specifico, l’intervento dell’équipe di Paxme è richiesto soprattutto nella cura delle lesioni cutanee, che siano esse da pressione o vascolari, di bassa o media complessità. Anche la riabilitazione rappresenta un tassello cardine del servizio di Paxme: con una percentuale di assistiti che si aggira attorno al 15%. I fisioterapisti Paxme si prendono cura dei bisogni riabilitativi dei pazienti con grande costanza e professionalità.

 

Paxme si occupa inoltre della gestione di cateteri vescicali, sonde e stomie per garantire ai pazienti un benessere e sollievo costante, migliorandone la qualità di vita a lungo termine.

 

 

Il cuore dell’assistenza domiciliare di Paxme batte più forte nel campo degli interventi specializzati, bisogni complessi che mettono in evidenza la qualità dell’operato e delle prestazioni di tutto il team: la cura di casi complessi e la gestione di ferite mediate l’utilizzo della vacuum therapy sono solo alcuni esempi di interventi articolati sostenuti da risposte multiprofessionali offerte dall’équipe di Paxme.

 

 

A livello territoriale, si rileva un dato di ATS Brianza dove la principale causa di presa in carico è stata rappresentata dalle lesioni cutanee, sia da pressione che vascolari (nel 45% dei casi), seguito dal 19% dei casi per cui le prestazioni hanno riguardato la gestione di cateteri vescicali, sonde e stomie. Nel 17% bisogni di tipo riabilitativo e nel 14% bisogni complessi sostenuti da risposte multiprofessionali ed interventi integrati.